Disclaimer: This story is fiction. All persons depicted are just names, all actions are fiction. It deals with sex between consenting consenting males. Any person under 18 or if you find this type of story offensive, or viewing this material is illegal where you are, then please do not read it !
[Adult Friends][Non-English]
Metto le pizze sul piano della cucina e inizio a cercare piatti e posate. La testa mi gira per l'eccitazione. Matteo mi raggiunge ancora a torso nudo. Senza aspettare prende il cartone della pizza e si siede. Lo apre e la mangia facendola a pezzi con le mani. Anche io rinuncio al piatto, prendo coltello e forchetta e la mangio direttamente nel cartone.
Ingurgita la pizza come un cavernicolo. Il sugo gli cola sul mento e sulle mani. Quando la finisce si succhia le dita guardandomi. Non c'è bisogno di essere degli esperti per capire il messaggio. Si alza dalla sedia e si avvicina. Arriva così vicino da toccarmi con l'addome. Mi alzo e lo bacio. La mia bocca impazzita pulisce il suo mento unto per poi tornare a succhiare le labbra morbide.
Sento le sue mani sotto la felpa che mi accarezzano la schiena. Il mio pene eretto preme contro il suo linguine. Lui con fare esperto inizia a sfregarsi contro di me. Sento di aver perso il controllo. Mi spinge verso il basso, mi inginocchio davanti a lui e sbottono i jeans.
Il suo pene coronato da folti peli è duro come roccia. Gli tiro giù i pantaloni sino alle ginocchia per poter ammirare il suo sesso. I testicoli sono grossi e ben proporzionati. Avvicino il volto al pube ed inalo il suo odore. Una goccia di liquido spunta dal glande.
Lentamente inizio a leccarlo dove una volta c'era il frenulo. Assaporo lentamente quel frutto, sapendo che per anni è stato oggetto delle mie fantasie erotiche. Lo guardo rapidamente, il suo sguardo è assente.
Le mie labbra si chiudono sul glande e con la lingua accarezzo tutta la superficie. E' enorme e pieno di vene. Il suo respiro si fa pesante. Istintivamente inizia a muovere il bacino avanti ed indietro, come se mi stesse scopando.
Non mi accontento della punta e avanzo spingendomi più a fondo. Ora si muove con decisione. Posa una mano sulla mia nuca pronto a guidarmi. Il membro vibra e poco dopo ho sulla lingua il del suo sperma. Una calda eruzione che mi invade la bocca, tanto che non riesco a respirare.
Mi stacco da lui ed inizio a tossire. Quando riprendo fiato ho davanti a me il suo pene e a terra vedo una chiazza di sperma. Mi rialzo e lo bacio. Lui non mi guarda negli occhi. Cerco di catturare il suo sguardo e vedo una profonda tristezza. Solo in quel momento mi rendo conto di quanto sono stato squallido. L'ho inviato pensando di aiutarlo in questo momento di difficoltà e invece l'ho usato per il mio piacere.
"Scusa..." Non so dire altro. Un profondo imbarazzo mi impedisce di aggiungere altro. Matteo mi chiede se può fare una doccia e mentre è in bagno pulisco il pavimento della cucina.
Ripenso a quanto ho appena fatto e provo vergogna. Chissà quante volte il suo corpo è stato usato per trarre piacere. Io pensavo di essere diverso dagli altri ma alla fine mi sono dimostrato peggiore. Ho carpito la sua fiducia per poi saltargli a dosso alla prima occasione.
Vado nella mia camera e prendo una maglietta, dei boxer e i pantaloni di un pigiama. Busso alla porta del bagno, entro e appoggio gli indumenti vicino al lavandino. Getto solo un'occhiata rapida nel box della doccia e lo vedo voltato di spalle. Non posso fare a meno di ammirare il suo corpo, poi decido di andarmene prima che lui se ne accorga.
Accendo la televisione facendo finta che i programmi possano interessarmi. Lui esce dal bagno. Ha i capelli ancora bagnati. Si siede di fianco a me. Non sapendo cosa dire rimango in silenzio. Allunga una mano verso i miei pantaloni. "No Matteo non ..." La ritrae e con voce mortificata dice "Non ti piaccio?"
Quasi mi metto a ridere ma cerco di restare serio. Come può solo pensare che non mi piaccia? Come posso spiegargli che trovo degradante approfittare della sua situazione? Prima che possa dire qualsiasi cosa si alza e poco dopo sento la porta della camera chiudersi.
Rimango davanti al televisore come un imbecille finché non sento arrivare il sonno. Spengo tutto e mi dirigo verso la mia camera. Passando davanti alla sua porta la apro silenziosamente e guardo dentro. La stanza non è completamente buia, si è dimenticato di tirare le tende scure e la luce dei lampioni filtra dalla finestra.
E' disteso sul copriletto. Lo guardo per qualche minuto. Ora che dorme il suo volto è sereno benché i segni di una vita difficile siano marcati intorno agli occhi e alla bocca. Lentamente entro nella stanza ed arrivo accanto al letto. La maglietta che gli ho lasciato, forse troppo stretta, mette in risalto le linee dei suoi muscoli.
Non voglio svegliarlo. Sono sulla soglia quando sento la sua voce : "Perché prima hai fatto così?" Mi volto. "Così come?" La sua voce è triste. "Perché non mi hai voluto che ti ripagassi della tua gentilezza?" Chiudendomi la porta alle spalle gli rispondo : "Non c'è nulla da ripagare."
Mi stendo nel letto. Il mio sesso è ancora duro come roccia. Non posso far altro che masturbarmi pensando a lui che dorme nell'altra stanza.